mar 24 apr, 2018
Siamo pieni di “cose” e viene anche il momento di sbarazzarsene. Non sai dove girarti, e allo smaltimento regolare preferisci una sana ovvietà: potrebbero servire a qualcuno.
Da questa semplice sollecitazione nasce il progetto eco solidale “non dire vecchio” promosso nel 2015 dagli Assessorati ai Servizi Sociali, l’Assessorato all’Ambiente e l’Assessorato Attività produttive e Istruzione della Città di Asti, e che ora torna con alcune novità.
Sono famiglie bisognose, in gravi difficoltà economiche, con figli a carico, uomini soli con la necessità di reintegrarsi nella società soli e nullatenenti ad aver necessità di mobili di ogni genere, reti per il letto e materassi, cucine e stoviglie, elettrodomestici … Tutto quanto “fa casa” diventa utile e la richiesta si è fatta passaparola che ha coinvolto dapprima i dipendenti comunali per poi estendersi ad altri partners Gaia (Gestione ambientale integrata astigiano), Asp e Provincia di Asti.
Ora si evolve grazie alla collaborazione delle associazioni di categoria del commercio Ascom e Confesercenti che potranno fungere da promotori con gli esercizi commerciali che desiderino entrare nel circuito di solidarietà fornendo materiali invenduti o di seconda scelta, con eventuali difetti di fabbrica o non perfetti esteticamente oppure usati ma ancora in buone condizioni e funzionanti.
Al tempo dell’economia circolare, capace cioè di rigenerare, la gestione del rifiuto ingombrante, si apre così al riutilizzo, alla riparazione, a “una seconda vita delle cose”.
Secondo l’Assessore Cotto “è un progetto intelligente che da sperimentale che era è maturato coinvolgendo i giovani volontari del Servizio civile, e moltiplica la solidarietà”.
L’iniziativa non riguarda quindi esclusivamente le tematiche sociali ma si intreccia allo stesso tempo con quelle di valore ambientale.
Il progetto, come spiega l’Assessore all’Ambiente Marcello Coppo, “ è infatti in linea con le recenti normative in materia di ambiente, che hanno come finalità il contenimento della produzione di rifiuti e il loro riutilizzo, contrastando il fenomeno del loro abbandono sul suolo pubblico e riducendo l’impatto ambientale legato alla loro raccolta”.
Tutto funziona grazie alla creazione di un indirizzo di posta elettronica (nondirevecchio@comune.asti.it) tramite il quale vengono gestite le richieste pervenute dai Servizi Sociali della città di Asti e successivamente inoltrate ai soggetti che hanno dato la loro disponibilità a partecipare al progetto.
Con questo metodo i beni raccolti saranno immediatamente ridistribuiti, anche grazie al sostegno della Cooperativa LESA che in collaborazione con gli operai del Comune e dei tirocinanti della Banca del dono si occupa del trasporto e dell’eventuale montaggio e smontaggio dei mobili, evitando situazioni di accumulo e stoccaggio disagevoli.
Tirocinii lavorativi, trasformatisi in un caso in un posto di lavoro, sono stati resi possibili dal finanziamento della Compagnia di San Paolo.