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Comunicati Stampa Città di Asti
Differenziare per vivere meglio. L'obiettivo e aumentare al 65% e andare oltre.
lun 16 nov, 2015

Non è scontato che le buone abitudini una volta apprese rimangano per sempre. La raccolta differenziata rientra tra queste. 

Il convegno di giovedì scorso, promosso dall’Assessorato Ambiente della Città, “Obiettivo 65 – un dovere verso l’ambiente come e perché”, riassumeva efficacemente già nel titolo l’impegno della percentuale minima di riciclo richiesta dalla normativa nazionale.

Gli  astigiani mostrano infatti negli anni recenti un calo di attenzione a separare i rifiuti, che era al 61,20% nel 2011, ma al 58% nel 2014. L’incontro, moderato da Enrico Panirossi, presidente della Commissione consigliare Ambiente,  ha fornito dati, informazioni, sfatato luoghi comuni, insistito sulle criticità su cui migliorare, rivolgendosi a tutti quei soggetti che possono contribuire a diffondere e portare a conoscenza motivazioni e convincimenti che riciclare, come ha esemplificato Luigi Visconti, presidente di GAIA,  “è una medicina per l’ambiente. Differenziamo per vivere meglio”.

Di luoghi comuni da sfatare, a cui spesso si ricorre non per convinzione ma per sottrarsi a un dovere civico e ambientale, si è parlato dimostrando ampiamente, dati alla mano, che non è vero che “Tanto poi finisce tutto insieme”. Quasi a mettere in dubbio il senso di un lavoro, certamente complesso, iniziato con i cassonetti in strada e ora “porta a porta”, e compiuto da un centinaio di addetti, per passare, attraverso il conferimento e la separazione in varie tipologie, da uno scarto a un materiale effettivamente riciclabile, con effetti dai benefici evidenti.

Più sottile ma altrettanto deresponsabilizzante, e anche un po’ retrò, sentir dire che “Non si sa poi come impiegare i materiali recuperati”, quando sono gli stessi Consorzi del recupero a dimostrare che si reimmettono nel ciclo produttivo il 65,9 degli imballaggi immessi al consumo (fonte Conai), producendo anche ricavi.  “La nostra vita è impregnata di contenitori e imballaggi” ha richiamato Rita Vavalle del Servizio Ambiente comunale “che vengono conferiti ai Consorzi di plastica, carta e cartone, alluminio, vetro, legno, acciaio, determinando anche ricavi a decremento dei costi di smaltimento”. Senza dimenticare che anche il materiale elettronico ed elettrico (RAEE) può essere recuperato. Tutto senza pesare sulle discariche o lasciando indiscriminatamente nell’ambiente, con risparmi di energia a seconda dei materiali trattati, e minori emissioni di CO2 e gas serra.

“Ad Asti agli inizi del porta  a porta eravamo a un 20,85%  di differenziata e raccoglievamo 27 milioni di chili di secco indifferenziato, a implementazione terminata siamo riusciti ad avere 13 milioni di chili arrivando al 60,6%. Di sola plastica lo scorso anno abbiamo evitato l’immissione di 27 milioni di metri cubi in discarica”.

Per fare la raccolta differenziata nel centro urbano e nelle frazioni, ogni giorno l'Igiene Urbana dell'Asp mette in campo 47 mezzi e 50 addetti tra operatori sulla strada, addetti dell'Ecocentro e personale attivo in sede: vale a dire il 50% circa dell'organico complessivo.

A settembre la differenziata ha raggiunto il 59,53%, con una progressione ad aumentare a partire da gennaio (56,77%) e una tendenza più marcata da aprile, quando è stata avviata la campagna "Obiettivo 65". La carta ammonta a 3.362.000 kg, l’organico 4.533.000 kg, le potature 2.267.000, plastica e lattine 1.000.677 kg.  A questi scarti, raccolti col porta a porta, si aggiungono il vetro (2.204.260 kg) e gli abiti usati (170.800 kg) conferiti negli appositi cassonetti..

"Il porta a porta ha ancora più valore - ha sottolineato Giovanna Beccuti, vicepresidente Asp - se i cittadini separano correttamente i rifiuti. Ed esporre fuori casa i sacchi della plastica e la carta/cartone nei giusti orari e giorni di ritiro, significa mantenere più ordinata la città. Anche perché, purtroppo, sta aumentando la cattiva abitudine di abbandonare i rifiuti per strada o intorno ai cassonetti stradali".

Nell'ambito di "Obiettivo 65" l'Asp ha costituito una squadra di Ispettori che controlla la correttezza dei conferimenti nei cassonetti del porta a porta. Nel mese di ottobre sono state fatte 168 verifiche, senza elevare sanzioni ma con invito a correggere i comportamenti sbagliati: in 144 casi sono state riscontrate anomalie (materiali estranei mischiati a plastica, organico e carta, sacchetti non biodegradabili, ecc.).  “Il tentativo - ha proseguito  Beccuti - è ora di mappare a zone i picchi di impurità per mettere in campo iniziative e soluzioni più efficienti e meno impattanti (i sacchi per strada) sull’ambiente urbano”.

Quello delle impurità, cioè tutto ciò che è incongruo con il contenuto del sacchetto conferito, è tema particolarmente importante perché comporta costi aggiuntivi, come ha chiarito Luigi Visconti, presidente di Gaia spa, che gestisce gli impianti  di valorizzazione e pretrattamento dell’indifferenziato a Valterza, di compostaggio a San Damiano e la discarica di Cerro.

“A Valterza tutta la frazione secca, come pure carta plastica, vetro e “gli ingombranti, subiscono una ulteriore differenziazione e una riduzione di volume per essere conferita all’impianto successivo.

La percentuale di impurità accettata dall’impianto è per la carta del 5% e Asti rientra nei parametri.

Più problematica la gestione della frazione organica nell’impianto di San Damiano (24 mila t/anno di  rifiuti trattati e una produzione di compost di qualità per l’agricoltura di 6 mila t/anno), dove si possono accettare impurità entro l’8% ma superato da un conferimento incongruo (sacchetti e materiali non biodegradabili, lattine) che arriva fino al 12%”. 

Gli impianti di Valterza e San Damiano sono funzionanti da oltre 10 anni e mostrano i segni di una intensa attività e necessitano di investimenti importanti per essere più produttivi ed efficienti. “Affinchè ogni astigiano possa toccare con mano l’efficienza degli impianti da GAIA, Porte aperte all’impianto di compostaggio di San Damiano sabato 14 novembre dalle 9 Alle 13 per visite e informazioni sul nuovo  progetto di riqualificazione”. 

“Di fronte a una macchina così articolata giova non dimenticare, ha richiamato l’Assessore Maria Bagnadentro,  che differenziare rimane un gesto semplice  e a sua volta è il  miglior metodo per preservare e mantenere le risorse naturali. Nulla si crea, nulla si distrugge, ma molto si ricicla”.

Nuove azioni informative sono allo studio per la campagna Obiettivo 65: si chiederà la collaborazione degli Ordini dei medici e degli studi medici per la diffusione di materiale informativo, e anche l’ASL di Asti ha espresso una disponibilità alla collaborazione, si contatteranno ancora le scuole.

Valutazioni e buoni motivi per proseguire sulla strada intrapresa sono stati infine proposti da Giovanni Periale, presidente di Ethica, “Sguardi di futuro richiedono investimenti costanti per capire che costi e un’etica della responsabilità sono il lasciapassare per il benessere di tutti” e da Michelino Musso, referente del progetto culturale della Diocesi “Di fronte alla cultura dello scarto le parole davvero nuove, come richiamato dalla recente enciclica papale, sono riparare, riciclare, ricuperare, riutilizzare. Questa consapevolez­za   permetterebbe lo sviluppo di nuove convinzioni, nuovi atteggiamenti e nuovi stili di vita, ma serve una grande sfida culturale ed educativa, da cui non possiamo sottrarci”.

Nel solo 2015 senza il porta a porta  avremmo cumulato circa 27 milioni 200 kg di rifiuti. che corrisponderebbero a una massa alta 11 metri in piazza Alfieri, o 75 metri in piazza San Secondo. L’incubo finora è stato evitato. 

 

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