ven 03 feb, 2017
Denso di concretezza e di solidi valori l’incontro svoltosi giovedì in Municipio per presentare le attività del Comitato Pavia Asti Senegal (CPAS onlus). L’occasione era la presentazione dei progetti in corso e l’esito positivo al finanziamento di cooperazione decentrata approvato di recente da Regione Piemonte. Tema di attualità quello degli aiuti economici volti a creare condizioni di sviluppo nei Paesi da cui provengono i flussi migratori che sono la vera cifra delle scelte politiche del nostro tempo.
E consola che siano appunto due città del nord, dove più acute si facciano sentire le contraddizioni, a mettere in campo legami fra territori e quindi progetti, azioni, missioni, e la disponibilità di persone, per dare senso al proverbio senegalese che, come è stato ricordato, “L’uomo è il rimedio dell’uomo”.
“Continuità, prossimità e partnership” la sintesi in tre parole di Cesare Quaglia, riferimento astigiano del CPAS, “messo in moto su iniziativa proposta dalla comunità senegalese residente in città, nel 2006”.
Dieci anni quindi dall'inizio della collaborazione tra la Città di Asti ed il Comitato in attività di cooperazione allo sviluppo in Casamance, una regione del Sud del Senegal, ma anche dieci anni e più di collaborazione su progetti sanitari, scambi di medici, tra l’Ospedale San Matteo di Pavia e l’Ospedale di Ziguinchor (la ristrutturazione dei reparti di Ostetricia, Pediatria Otorino, Radiologia) .
E ora, non ultimo il progetto agricolo di microimprenditoria orticola “Rafforziamo le donne contadine” volto a emancipare il ruolo femminile nel contesto famigliare, approvato sul bando regionale “Piemonte & Senegal”.
La ricchezza di biodiversità, il cambiamento climatico, la preservazione dell’acqua e gli investimenti in agricoltura, il decentramento dei servizi sanitari per ridurre la pressione sulle città rafforzandone la capacità operativa sono l’agenda dei lavori in Senegal, come ha spiegato Malamine Tamba, consigliere per i Diritti Umani di UNOWAS http://unowa.unmissions.org/ - Uffcio dell’Onu per l'Africa Occidentale, con sede a Dakar. “Piccoli interventi, basati su bisogni della popolazione, mirati all’autosufficienza, come è nell’operatività virtuosa del CPAS, creano vere condizioni di sviluppo e di permanenza delle persone nella loro terra”.
L’attenzione alle problematiche sanitarie ha fatto evolvere numerosi progetti, cofinanziati da Regione Lombardia, e illustrati da Fulvio Avantaggiato radiologo del San Matteo e vice presidente del CPAS, “con l’ammodernamento dei reparti di Rianimazione e Pronto soccorso, seguiti dall’astigiana Gloria Sona (ora impegnata in Guyana) e molto altro come la “piroga nel delta” per raggiungere le zone più isolate del delta del fiume Casamance”.
E la pediatra astigiana Ludovica Fiore ha fatto parte dell’equipaggio con il compito di portare assistenza sanitaria di base ed evitare lunghe percorrenze ai pazienti bisognosi di cure. “Non solo, l’evoluzione del progetto di durata triennale prevede ogni quattro mesi l’invio di specialisti italiani e la collaborazione di studenti della locale facoltà di Medicina. È una popolazione giovane e nell’assistenza infantile saranno coinvolti in missione anche gli specializzandi pavesi in pediatria. La rilevazione sul posto ha permesso di valutare la situazione delle strutture presenti, il dispensario farmaceutico e il sostegno in gravidanza, il trasporto nelle emergenze all’ospedale regionale”.
“Abbiamo il dovere dell’accoglienza ma occorre chiedersi, non genericamente, perché la gente scappa”, ha concluso Piero Vercelli Assessore alla Cooperazione. “Siamo dalla parte dei ponti e non dei muri e in mezzo ci sono delle persone, non si scappa solo dalla guerra, si scappa anche dalla povertà”.
Presenti all’incontro referenti del Piam, del Cpia, del Consorzio Coala e Idrissa Guye dell’Associazione dei senegalesi di Asti (Asiap).
