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Comunicati Stampa Città di Asti
Ecosistema urbano. Asti 23ma e in miglioramento
lun 03 nov, 2014

Giunge puntuale come l’autunno il rapporto di Legambiente sulla vivibilità ambientale dei capoluoghi di provincia italiani realizzato in collaborazione con l'Istituto di Ricerche Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore.
La Città di Asti, calcolando il punteggio riportato dalle città in base ai parametri presi in considerazione, piazza un lusinghiero 23° posto, seconda in Piemonte dopo Cuneo.
Erano 18 gli indicatori selezionati per confrontare tra loro i 104 capoluoghi di provincia italiani. Tre indici sulla qualità dell’aria (concentrazioni di polveri sottili, biossido di azoto e ozono), tre sulla gestione delle acque (consumi, dispersione della rete e depurazione), due sui rifiuti (produzione e raccolta differenziata), due sul trasporto pubblico (il primo sull’offerta, il secondo sull’uso che ne fa la popolazione), cinque sulla mobilità (tasso di motorizzazione auto e moto, modale share, indice di ciclabilità e isole pedonali), uno sull’incidentalità stradale, due sull’energia (consumi e diffusione rinnovabili). Prima in assoluto è Verbania che colleziona buone performance negli indicatori più significativi, a cominciare da quelli sull’inquinamento atmosferico.
Ad Asti nella norma, ma da migliorare, i valori di PM 10, espressi con la media dei valori medi annuali registrati dalle centraline (siamo 70mi, migliori di Alessandria e Vercelli), e nei limiti le emissioni di biossido d’azoto di azoto (36° posto) derivanti dai processi di combustione e nei centri urbani dal traffico e dal riscaldamento domestico.
Per quanto riguarda i consumi d’acqua nessuna città scende sotto quota 100 litri (ci prova Sassari coi 107) e il rubinetto aperto ad Asti attesta 159 litri per abitante al giorno.
Buona l’efficienza del sistema di depurazione delle acque (33°) con oltre il 95% dell’utenza collegata.
La produzione di rifiuti è una delle principali pressioni cui sono sottoposti gli ecosistemi urbani che, in Italia anno dopo anno, è in continua diminuzione: 541 kg/procapite nel 2013 (561 nel 2012 e quasi 600 nel 2009). Un cittadino astigiano medio ne produce 438 kg e posiziona così la nostra città al 13° posto, seconda in Piemonte dopo Novara. Il corrispettivo è una buona raccolta differenziata, siamo al 12° posto (60%), poco sotto il livello fissato a livello europeo del 65 % da raggiungere entro il 2012.
Più critica, in generale, la parte del Rapporto che si occupa di mobilità, dove pesano le riduzioni di servizi dovute a mancati trasferimenti statali e l’aumento delle automobili circolanti. Il tasso di motorizzazione astigiano è di 64 auto ogni 100 abitanti.
Bassa la ciclabilità della città (quinti in Piemonte), migliore la situazione per quanto riguarda la superficie pedonalizzata, 8 mq per abitante (migliori di Torino ma dietro a Alessandria e Cuneo).
“Per quanto riguarda le piste ciclabili, rammenta il Sindaco Fabrizio Brignolo, andremo a migliorare realizzando circa 6 km di nuovo tracciato. Sarà il collegamento ciclopedonale che, a partire dal quartiere Torretta, percorrendo strada Laverdina, la zona parco Borbore, il cavalcavia Giolitti, arriverà fino a C.so Alba”. Gli interventi, compresi nel PISU (Progetto Integrato di Sviluppo Urbano), prevedono anche la realizzazione nella zona Lungo Borbore di circa 16.000 mq di Area verde e 5000 mq di spazi da destinare a orti urbani.
Il rapporto evidenzia come siano le città medio-piccole a passarsela meglio, soprattutto del nord Italia. Anche se tra le prime 10 in classifica sono ben tre le città del centro: Oristano, L’Aquila e Perugia.
E poi due buone idee che si sono messe in evidenza:
Il Bike to school, un'iniziativa spontanea di genitori, nata in alcune città italiane nel 2013, che si organizzano per accompagnare a scuola i propri i figli, pedalando insieme in bicicletta, in sicurezza. L’iniziativa si è allargata molto e si pone come obiettivo quello di coinvolgere le generazioni del futuro, i bambini appunto, abituandoli a vivere la loro realtà urbana in maniera più sostenibile. Più in generale si vuole porre l’attenzione, anche quella delle amministrazioni pubbliche, sulle necessità dei ciclisti urbani.
Il Mobility manager studentesco, un progetto nel quale i ragazzi delle scuole superiori hanno vestito i panni dei mobility manager per promuovere tra i loro coetanei l’abitudine agli spostamenti collettivi o non motorizzati con mezzi privati. Il progetto ha coinvolto 8 scuole superiori di altrettante città italiane, per un totale di 5.516 studenti. Progetti come questo provano quanto sia importante formare in maniera attiva e concreta i ragazzi prossimi alla patente per favorire una cultura della mobilità che aiuti a mantenere contenuta la tendenza tutta italiana ad un uso smodato dell’automobile

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