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Comunicati Stampa Città di Asti
Domani in Consiglio l'assestamento di bilancio: altri 800.000 euro tagliati dallo Stato. Risorse solo per asili nido e famiglie.
lun 25 nov, 2013

La doccia gelata per il Comune di Asti è arrivata circa quindici giorni fa: il trasferimento dallo Stato che avrebbe dovuto compensare il taglio dell’IMU è stato ridotto di 800.000 euro.
“Già è difficile tagliare 800.000 euro su un bilancio risicato come il nostro – hanno spiegato il Sindaco Fabrizio Brignolo e l’assessore al bilancio Santo
Cannella- ma aver saputo della riduzione di risorse a due mesi dalla fine dell’
anno rende la cosa ancora più drammatica: un conto è spalmare il taglio in dodici mesi, un conto è dover risparmiare 800.000 euro solo sugli ultimi sessanta giorni dell’anno”.
Il 2013 è stato un anno terribile dal punto di vista finanziario: in sede di bilancio di previsione la Giunta Brignolo ha dovuto far fronte a un calo (tra minori trasferimenti da Stato e Regione e minori entrate proprie) di 8.500.000 euro rispetto al 2012, cui si è aggiunto, in extremis, l’ulteriore taglio di 800.000 euro, comunicato nei giorni scorsi.
“Alla fine, facendo i salti mortali, siamo riusciti a far quadrare i conti e a destinare anche qualche risorsa aggiuntiva arrivata dalla Regione ai nostri asili nido e alle famiglie più bisognose dei bambini che frequentano i nostri nidi, ma siamo veramente al limite per quanto riguarda il rispetto del patto di stabilità” hanno aggiunto Brignolo e Cannella.
“Questo significa –spiegano il Sindaco e l’assessore al bilancio- che dovremo effettuare i pagamenti con il contagocce e continueremo a far soffrire fornitori e prestatori di servizi del comune, che continueranno a ricevere le loro spettanze in ritardo”.
La pratica di assestamento di bilancio sarà portata in Consiglio Comunale domani sera, martedì.
Il Comune di Asti ha i conti in ordine e nonostante questi continui tagli non rischia di fare la fine di Alessandria, ma se si continua su questa strada si rischia di chiedere troppi sacrifici a chiunque abbia relazioni con l’
amministrazione e prima o poi si rischia di dover intaccare i servizi essenziali.
“Sarebbe opportuno –conclude Brignolo- che a Roma comprendessero che non si possono chiedere sacrifici solo ai Comuni, che sono quelli più a contatto diretto con i cittadini, lasciando intatte (anzi lasciando crescere) le spese centrali dei ministeri: forse si dovrebbe davvero lasciar lavorare chi ha avuto esperienze sul campo come amministratore e non solo a burocrati di stato o di partito”.

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