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Comunicati Stampa Città di Asti
Ailanto: partecipato incontro, ieri a Verdeterra, per imparare a contenerlo
ailanto
lun 27 mag, 2013

Molte domande di proprietari di boschi e giardini al lancio della campagna informativa che da Rocca d’Arazzo si estenderà a Rocchetta Tanaro e alla Valtiglione

Molte domande e voglia di saperne di più tra i proprietari di giardini e boschi che si sono ritrovati “in casa” l’alianto. E’ successo ieri, a Sant’Anna di Rocca d’Arazzo, nell’ambito di Verdeterra, rassegna ideata dall’Associazione culturale Comunica: in un partecipato incontro, è stata presentata la campagna informativa su questa pianta altamente invasiva, importata nell’Ottocento, in Italia, dalla Cina.
C’è anche il rischio di confonderla con il noce: infatti, tra i contadini, l’alianto è chiamato da tempo “falso noce” o “noce selvatico”.
“A prima vista - ha confermato la naturalista Alessandra Fassio – ci si potrebbe confondere. Ma basta un po’ di attenzione: l’alianto ha più foglie del noce e soprattutto si fa riconoscere per l’odore sgradevole che emana”. I boschi di Rocca d’Arazzo, come hanno certificato recentemente gli esperti regionali, ne registrano una presenza diffusa nei boschi, lungo le strade e in corrispondenza degli edifici.
Il Circolo di Sant’Anna da poco meno di un anno ha messo in campo interventi per il contenimento dell’alianto che hanno dato buoni risultati: lo si è potuto constatare nella camminata nel bosco, a ridosso dell’abitato della piccola frazione, guidata da Alessandra Fassio. Accanto a piante in stato vegetativo si sono osservati esemplari ormai secchi grazie all’uso controllato dei diserbanti sistemici. Un altro metodo riguarda l’abbattimento delle piante portaseme (i fiori femminili e maschili si trovano su individui separati), per evitare la nascita di nuovi esemplari.
“I metodi di lotta all’ailanto – ha spiegato Silvano Roggero, presidente del Circolo, nell’illustrare la campagna informativa - vanno differenziati a seconda dello stadio di sviluppo: l’obiettivo è sopprimere la pianta e il suo apparato radicale, evitando lo sviluppo di nuovi ricacci attraverso i polloni radicali. A questo scopo si possono usare diserbanti sistemici, quali glicosafe o triclopir, da applicare in modo differenziato a seconda dello stadio di sviluppo dell’esemplare”. In particolare:
Piante di altezza superiore a 3 metri: le sostanze vanno inoculate per endoterapia. Si praticano 4-5 fori obliqui con il trapano fino a raggiungere il centro della pianta e si riempie il foro con il prodotto diserbante. Periodo consigliato fine agosto-settembre.
Piante da 1 a 3 metri: abbattimento e spennellatura del taglio da maggio a settembre.
Piante inferiori a 1 metro: estirpo manuale, se possibile, o trattamento della chioma da maggio a settembre.
Tutti i trattamenti vanno sempre fatti con idonei mezzi di protezione.
Intanto il Comune di Rocca d’Arazzo, sostenendo gli interventi attuati dal Circolo, pensa a diffondere le informazioni in modo capillare sul proprio territorio, ma non solo. “Sensibilizzeremo i sindaci dei paesi vicini, partendo dalla Comunità Collinare della Val Tiglione, a cui apparteniamo” ha annunciato il primo cittadino Gianni Avidano. Anche il Comune di Rocchetta Tanaro, presente ieri a Sant’Anna con Vigliano, conviene sulla necessità di organizzare serate informative per la popolazione.

LA RASSEGNA VERDETERRA
conosco l’ambiente in cui vivo?

Nelle prossime settimane, intanto, la campagna “Fatti più in là” per il contenimento dell’alianto comparirà sui siti internet dei Comuni che vi aderiranno e verrà discussa con le associazioni di categoria dei coltivatori. Si cercheranno contatti anche con gli abbattitori di alberi, per evitare che interventi errati favoriscano la nascita di nuovi germogli.

Nella foto: al centro un esemplare di ailanto secco, nei boschi di Sant’Anna, contornato da esemplari in stato vegetativo

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