mer 11 mag, 2016
Forse è un Paese che non c’è ma qualcuno prova a ri-costruirlo. La scuola Gramsci è di frontiera con tanti bambini “colorati” in un quartiere di edilizia popolare, lì Elena, l’educatrice del Servizio Istruzione, con la Ciclopista (?) ha ricreato occasioni di dialogo e apprendimento coi ragazzi delle scuole primarie di tutta la città.
Ma il tempo passa e c’è bisogno di manutenzione.
La Protezione Civile dell’Ana (28 mila uomini in Italia) in occasione del raduno nazionale sta operando una serie di interventi che lasceranno in eredità recinzioni, sedimi, allestimenti e Il segretario nazionale Michele Longo ha coinvolto la sezione di Pavia (in 40 di 1400 iscritti, presidente Carlo Gatti) nel dare una mano.
Non sono proprio giovanotti ma non c’è da restare indifferenti. Il portabandiera (quello della sfilata) è Vittorio già sergente ad Aosta, poi dipendente Enel, “di Montepenice, un paese col ripetitore tv e 15 abitanti. Di lui racconta Elena “Solleva i rami come fosse fieno”. Poi c’è Antonio anni 70 fa il piastrellista, Renato era ferroviere, anche Bruno anni 66 ora orticultore, Luigi è tipografo e legatore di libri, Norberto 66 era cameriere di wagon lits e diventerà diacono. Il più giovane è Adriano che di anni fa 46.
Sono veri, ruspanti di tradizione e orgogliosi di esserlo, e a conoscerli portano un po’ di discontinuità nelle nostre abitudini, abituati come siamo a (credere di) sapere come va il mondo.
Il coordinatore è un architetto, Giovanni già caporal maggiore a Cuneo, ex dirigente al Comune di Milano. E’ un capo molto amabile “Abbiamo terminato, perchè quando un lavoro va fatto (sono arrivati con due fuoristrada e un furgone pieno di attrezzatura) e in poco tempo, servono idee chiare e un governo delle cose”, non lesina pensieri su volontariato e protezione civile, forte di quel che ha visto nelle emergenze più recenti, Assisi, L’Aquila, Cinque Terre, Emilia, tanta formazione, e servizi (dall’antincendio ai servizi alla persona alla Certosa di Pavia).
Di tutto questo, dietro le forme, i riti, l’ufficialità, anche di un’adunata, resta la domanda più preziosa perché lo fai? E la risposta è sempre quella, semplice, spiazzante “Stare insieme e la voglia di dare al prossimo”. Alpinamente ricostruttivo.
Ora la pista è più scorrevole,più visibile, la curva è più larga, meno ghiaia sul percorso, la segnaletica e ben tracciata e domattina alzabandiera con l’abbellimento e i complimenti che si devono.