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Comunicati Stampa Città di Asti
Carcere di Quarto, il Garante dei detenuti presenta la sua agenda lavori
mar 15 mar, 2016

Con la nomina, lo scorso ottobre,  del  Garante delle persone limitate o private della loro libertà, prevista da una legge regionale del 2009 e poi dal decreto legge 23 dicembre 2013  (misure urgenti in tema di tutela dei diritti fondamentali dei detenuti e di riduzione controllata della popolazione carceraria), si intende migliorare la qualità dei percorsi riabilitativi e la ri-considerazione di un istituzione come il carcere, ben presente ma necessariamente celata al resto della società locale. 

Su iniziativa del Presidente del Consiglio comunale Maria Ferlisi il Garante locale Anna Cellamaro ha incontrato i capigruppo del Consiglio comunale per informare periodicamente delle attività intraprese  e in procinto di avviarsi.

Un periodo di intenso cambiamento dovuto ai trasferimenti nella struttura di Quarto, ora Casa di Reclusione, di soli detenuti appartenenti al circuito “Alta sicurezza 3”, che In quasi tutti i casi ha comportato “allontanamento” dalle famiglie e l’interruzione di percorsi scolastici o lavorativi.

Al  Garante, funzione presente in otto delle tredici carceri piemontesi, viene richiesto in accordo con l’Amministrazione penitenziaria, di farsi interpreti dei bisogni rilevati negli istituti di pena e promotori di idee progettuali che concorrano a mitigare lo scarto tra una struttura  necessariamente chiusa  ma aperta al recupero e alla riabilitazione.

Contribuisce alla funzione svolta dal Garante un Gruppo Operativo Locale (Gol) al quale è stato assegnato da Regione Piemonte il compito di coordinare gli interventi in ambito penitenziario. Di esso fan parte, per quanto riguarda il Carcere, oltre al Direttore, il Comandante di Polizia Penitenziaria e il Responsabile dell’Area Educativa, il Centro per l’Impiego, operatori dell’Assessorato Politiche sociali della Città, del Sert dell’Asl e dell’Ufficio Esecuzione Penale esterna, dell’associazione di volontariato “Effata”, docenti del Cpia e dell’Istituto Giobert.

Passaggio obbligato di ogni intervento migliorativo la formazione  degli  operatori,  che si svolgerà adottando tecniche  attivanti  e comunicative con la collaborazione di interlocutori particolarmente esperti  sui temi della legaltà e della mediazione in situazioni di conflitto.

 Anche la cittadinanza verrà coinvolta per conoscere il ricco dibattito intorno alla funzione della pena e del carcere “utile” piuttosto che emarginante e passivo.  Un attenzione  di riguardo al coinvolgimento dei laureandi del Corso di laurea in Giurisprudenza si è tradotta nel progetto “Clinica legale” e l’illustrazione ai detenuti degli articoli di legge riguardanti l’Organizzazione penitenziaria.

Altri progetti inerenti la genitorialità dei reclusi e la dotazione di strumenti culturali sono nell’agenda di lavoro del Garante.

Oltre ad  una presenza settimanale per lo svolgimento di colloqui individuali sono assicurati incontri con i detenuti di ciascuna sezione per informare sui compiti del Garante e raccogliere richieste e segnalazioni.

Il Garante diventa quindi una buona opportunità per la comunità carceraria perché “come la ragnatela diventa “invisibile” agli occhi di casa così un occhio “esterno” può sempre aiutare a migliorare” e come ha sottolineato il Direttore del Carcere  Elena Lombardi Vallauri “la qualità della vita delle persone detenute dipende molto dalla qualità degli operatori e ogni aiuto, ogni supporto culturale, di formazione ha quindi un riflesso positivo sugli interventi che riusciamo a realizzare”.

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