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Comunicati Stampa Città di Asti
In un futuro non troppo lontano si brinderà con i "vini del territorio della balena"?
mar 20 ott, 2015

La proposta lanciata dall’assessore regionale Ferrero sabato al primo evento per il compleanno del Museo Paleontologico e i nuovi spazi espositivi  

In un futuro non troppo lontano si brinderà con i “vini del territorio della balena”?

“Il vino non è solo ciò di cui è fatto, ma è anche l’emozione con cui lo si beve” dice Giorgio Ferrero, assessore all’Agricoltura della Regione, al quale è venuta l’idea e che conosce bene i terreni su cui crescono i vigneti dell’Astigiano.

“Dalle nostre parti - spiega - tutti hanno storie di balene fossili o di conchiglie che ancora oggi affiorano quando si lavora la terra. Qui milioni di anni fa c’era il mare. Sono stato uno di quei bambini che durante le lezioni andava col maestro a cercare conchiglie tra il verde di Muscandia. Generazioni di astigiani sono cresciuti tra i fossili, camminandoci sopra inconsapevolmente o sfiorando dorsi di colline che li custodiscono: immaginiamo cosa vorrebbe dire riassumere questa peculiarità dell’ambiente astigiano in un’etichetta di vino”.

Ferrero ha lanciato la proposta sabato scorso, nella sede del Parco paleontologico astigiano, a conclusione della conversazione “Alle origini dei nostri vini: perché sono nati qui e non altrove?” moderata da Betty Martinelli: il primo di una serie di eventi promossi, con l’Associazione culturale Comunica, per festeggiare il secondo compleanno del Museo dei fossili e i nuovi spazi ricavati da un laborioso progetto di ristrutturazione al Michelerio. Quasi una lezione accademica quella a cui sono intervenuti il geologo Claudio Riccabone, il docente di Enologia Vincenzo Gerbi e Laura Pesce, pioniera delle donne sommelier in Italia, poi protagonista di una vivace degustazione guidata (dalla barbera di Castagnole Lanze, protagonista del progetto “Adotta un filare”, ad altri vini del territorio circostante).

Ferrero ha chiuso l’elenco dei relatori, strappando a pubblico e organizzatori l’assenso sulla proposta di racchiudere la terra di fossili e vigneti in etichetta. Ma ha voluto andare oltre: “L’Università e il Parco paleontologico astigiano potrebbero cominciare a lavorare da subito a un marchio per le aziende che vorranno trasmettere un’emozione in più a chi berrà i nostri vini”.

Il commissario Felice Musto raccoglie la sollecitazione: “Iniziamo col mettere la proposta di Ferrero all’attenzione del tavolo istituzionale che sabato 24 ottobre si riunirà nella nostra sede per discutere sulla proposta di istituzione del Distretto Paleontologico, progetto che si fonda sulla valorizzazione di varie filiere: insieme a quella economica e culturale c’è anche quella alimentare”.

Parteciperanno al tavolo di lavoro amministratori della Regione e del nostro territorio, oltre che  soggetti specializzati locali e piemontesi. Intanto la consigliere regionale Angela Motta ricorda che “l’Ente di gestione astigiano ha potuto mantenere la propria autonomia, nel riordino delle aree protette stabilito dalla nuova legge regionale, soprattutto perché si è tenuto conto della specificità paleontologica”.   

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