Volontariato in servizi alla comunità potrà essere svolto da migranti richiedenti asilo
mar 06 ott, 2015
Il flusso migratorio di persone provenienti dai paesi del Nord e del Centro Africa e dell’area mediterranea impone oltre a soluzioni politiche relative al soccorso, al transito e all’accoglienza anche la creazione di condizioni e opportunità di integrazione per il medio lungo periodo. In particolare a fronte del protrarsi delle procedure per il riconoscimento della protezione internazionale.
Giunge quindi opportuna la formalizzazione di un accordo tra la Prefettura e la Provincia di Asti, finalizzato “a definire percorsi educativi di accoglienza ed integrazione dei migranti ospitati nel territorio della provincia”.
Due i punti di forza: favorire occasioni di visibilità e partecipazione alla vita della comunità, svolgendo prestazioni di carattere volontario, ben sapendo che meglio delle parole è nell’incontro, nell’esempio, nelle risposte ai bisogni che si sviluppa rispetto, stima e conoscenza reciproca.
Saranno i Sindaci dei vari comuni ospitanti, in sinergia con associazioni e/o organismi, a individuare i servizi di volontariato che potranno essere svolti dai cittadini stranieri, principalmente nel contesto di attività rivolte a favore della collettività.
Il cittadino ospite con un’adesione libera e del tutto gratuita, “l’attività non costituisce attività lavorativa e pertanto non comporta compensi diretti o indiretti”, e con copertura assicurativa Inail, controfirmerà “un patto di volontariato” in cui si impegna “a rendere una o più prestazioni personali, individualmente o in gruppo, secondo le indicazioni che verranno fornite”, con la collaborazione di un mediatore culturale, e il supporto operativo di educatori e tecnici.
L’adesione al protocollo è aperta a tutti i Comuni e gli Enti locali che sono interessati a sviluppare questa progettualità. “Il Comune capoluogo - ha spiegato l’Assessore Piero Vercelli - aderisce in prima battuta a detto protocollo, riconoscendone la valenza sociale, impegnandosi altresì a sensibilizzare anche altri soggetti territoriali”.
All’incontro di presentazione erano significativamente presenti il Vescovo mons. Francesco Ravinale, il Direttore dell’Agenzia Territoriale per la Casa Alessandro Lovera, la Vicepresidente di Asp Giovanna Beccuti e l’Amministratore delegato Paolo Golzio.
Il fine è dare consistenza a un percorso di integrazione del rifugiato, condensato nei termini che il patto bene sintetizza “conoscere questo contesto sociale anche attraverso un’attività di volontariato da rendere a favore della comunità che mi ospita”.