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Comunicati Stampa Città di Asti
Riconoscere da soli un figlio è da donne e... padri coraggiosi
gio 15 feb, 2018

A qualche settimana dalla Giornata che richiamerà l’attenzione sulla condizione femminile, che nel nostro Paese conosce ombre e ritardi che non accennano a dileguarsi, la donna resta un punto di forza, pur nella precarietà di molte situazioni che la vedono madre, moglie, compagna.

Da una ricognizione dell’Assessorato Politiche sociali della Città sono 36 le donne che da sole hanno riconosciuto il/la figlio/a e che per questo beneficiano del contributo economico a loro riservato. Tale provvidenza risale a un Regio Decreto e pur nella sua formulazione ”molto obsoleta e a tratti arcaica”, si legge nella deliberazione comunale, è un punto fermo nelle politiche di assistenza, o meglio dire del sostegno alla genitorialità.

Una serie di condizioni definiscono la possibilità di accedere al contributo: stato di bisogno, cittadinanza comunitaria o meno, con residenza in Italia da almeno due anni, nubili, con un’attestazione Isee non superiore al minimo vitale. Il contributo è stabilito in 120 euro mensili per il primo figlio, 60 per il secondo, 30 dal terzo figlio in poi, fino al compimento del 16° anno di età, salvo condizioni che lo facciano venire meno e comunque senza superare i 250 euro mensili.

Questa misura poco conosciuta, un po’ arida e grigia tra le voci di bilancio, “contributo economico a favore di figli minori riconosciuti dalla sola madre” è, senza enfasi, di alto valore perché alza il sipario su situazioni che avvengono, sono tra noi.

Fa emergere quanto si sta compiendo per fornire sostegno e fa evolvere  termini e concetti, evolutisi col tempo, si pensi alla nozione di “figlio illegittimo”, “figlio naturale”, che fanno  ormai parte di non imprevedibili vicende familiari.

Gli uomini non assumendosi obblighi, padri fino a prova contraria, “scaricano” sulla donna ogni responsabilità genitoriale, quella che un tempo veniva definita “patria potestà”.

E ognuno  ben sa che proprio la responsabilità genitoriale, diluita nella gestione delle preoccupazioni, delle attese, delle sorprese che la vita riserva, non fa sconti a nessuno, perché non si può rinviare, sospendere né tantomeno delegare.

Come previsto dai nostri ordinamenti  la reciprocità  con la madre fa sì che anche i padri possano “da soli” riconoscere il figlio/a, e realizzare un modello e un ruolo paterno, altrettanto responsabile.  Del resto, che i figli siano riconosciuti da un solo genitore è cosa naturale, perché rientra nella più ampia casistica sociale delle famiglie monogenitoriali, dove un genitore può essere o diventare “solo”, per molti motivi nell’arco della vita.

“È interessante come le parole servano a far evolvere i concetti e il nostro modo di interpretare la realtà", esprime una nota dell'Assessorato Politiche sociali, "senza relegare questo dato, di donne di estrazione diversa, accomunate da una situazione di bisogno, a una voce di spesa, pur impegnativa tra le altre, del nostro bilancio”.

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