Vita indipendente. Non solo disabilità motoria
lun 12 feb, 2018
Il dibattito innescato dalla decisione dell’Assessorato Politiche sociali di definire nuovi criteri per l’accesso ai contributi regionali è giunto al suo giro di boa. Il 31 gennaio infatti scadeva il termine di presentazione delle domande.
Come è noto il provvedimento si rivolge a "persone portatrici di grave disabilità motoria, di età compresa tra i 18 e i 64 anni, capaci di autodeterminarsi e con la chiara volontà di gestire in modo autonomo la propria esistenza e le proprie scelte".
Le richieste inoltrate, allo Sportello Unico Socio Sanitario (SUSS) e che saranno valutate dall'Unità multidisciplinare valutazione disabilità (UMVD) per redarne la graduatoria, sono state cinque, tre di persone che già ne usufruivano e due nuove.
“Siamo intervenuti, precisa l’Assessore Mariangela Cotto, per permettere una più ampia fruibilità di accesso al beneficio, evitare concessioni incongrue, anche considerando la riduzione dei finanziamenti, dimezzati rispetto a due anni fa. Ritengo si sia data buona informazione sul nuovo provvedimento, e una risposta altrettanto responsabile da parte di chi sapeva di rientrare o meno nei parametri richiesti”.
L’attivazione da parte della Regione Piemonte di progetti di Vita Indipendente risale al 2003, e nel 2008 si definirono le Linee Guida volte a sostenere l'organizzazione autonoma della vita, da realizzarsi principalmente con l'assunzione e il mantenimento economico di assistenti personali, con regolare contratto di lavoro.
I contributi non utilizzati saranno comunque destinati a interventi utili.
L’attenzione alla disabilità non si limita infatti a Vita indipendente. Di altre azioni in corso, oltre all’attività istituzionale, è bene ricordare: il progetto 19/pari con il Cepim e l’adesione al Bando del Ministero Lavoro e Politiche sociali relativamente alla disabilità intellettiva, insieme ai progetti riguardanti il Servizio civile volontario per grandi invalidi relativo anche alla disabilità sensoriale.
Resta naturalmente la considerazione del limite, che ogni disabilità bene evidenzia, e richiamato dall’Assessore Cotto “Erogare sostegno economico da parte dei Comuni non può sostituirsi al dovere dei Governi nazionali di fornire risposte più esaustive a tutte le disabilità”.